L’intelligenza emotiva e l’asincronia di sviluppo

Gli intricati processi di pensiero che contraddistinguono i gifted sono il riflesso del loro complesso sviluppo emotivo.
L’idealismo, i dubbi su di sé, l’auto-percezione, la tormentata sensibilità, gli imperativi morali, i loro bisogni di essere compresi, accettati e amati, sono tutti processi presenti contemporaneamente.
La loro vasta gamma di vissuti emotivi può sembrare contraddittoria.

Silverman, 1988

L’intelligenza emotiva è la capacità di controllare sentimenti ed emozioni propri ed altrui, distinguere tra di essi e utilizzare queste informazioni per guidare pensieri e azioni. (Salovey e Mayer 1990)

Coinvolge l’abilità di:

  • Percepire, valutare ed esprimere un’emozione
  • Accedere ai sentimenti e/o crearli quando facilitano i pensieri
  • Capire l’emozione e la conoscenza emotiva
  • Regolare le emozioni per promuovere la crescita emotiva e intellettuale

Il concetto nasce dall’esigenza di considerare il ruolo svolto dalle emozioni nel continuo rapporto tra individualità e contesto sociale- relazionale di riferimento, assumendo che l’elaborazione ed uso delle informazioni emotivamente pregnanti siano parte integrante del comportamento intelligente.

Quando si parla di intelligenza emotiva, ci si riferisce alla capacità di:

  • avere consapevolezza delle proprie emozioni,
  • tenere a freno un impulso,
  • leggere i sentimenti intimi altrui,
  • gestire senza scosse la relazione con gli altri

Se l’intelligenza è lo strumento che migliora la capacità umana di adattamento all’ambiente, l’intelligenza emotiva consente di comprendere le proprie emozioni ed intuire ciò che provano gli altri: è quindi un fattore adattivo fondamentale.

Quello a cui non diamo un nome smette di esistere e di essere riconosciuto anche dagli altri. Quello a cui non diamo un nome non può essere compreso dagli altri e questo ci impedisce di essere aiutati.

Il quoziente emotivo (QE)

Il quoziente emotivo, ovvero la misura del livello di intelligenza emotiva di una persona, comprende la capacità di tenere a freno gli impulsi, leggere i sentimenti intimi degli altri, gestire le relazioni.
E’ predittivo della capacità dei bambini di sviluppare adeguate relazioni con i coetanei, andare d’accordo in casa, sviluppare una visione equilibrata della vita, e raggiungere il loro potenziale accademico a scuola.

Buone abilità emotive relative a una dimensione specifica si traducono in vantaggi psicologici, così come buoni livello globali di Intelligenza Emotiva possono dar luogo a condizioni più generali di benessere e di successo.
All’opposto, è possibile ricondurre alcune specifiche difficoltà personali o relazionali a deficit in determinate aree dell’Intelligenza Emotiva.

Possiamo dire quindi che i fattori predittivi più significativi di successo nella vita, professionale e scolastica, ma anche personale e intima, si riferiscono alla possibilità di gestire frustrazioni, controllare emozioni, andare d’accordo con altre persone, ovvero essere intelligenti emotivamente.

Lo psicologo americano David Goleman (1996) ha descritto l’intelligenza emotiva attraverso cinque caratteristiche fondamentali, che ogni uomo codifica interiormente:

  • Consapevolezza di sé: la capacità di produrre risultati riconoscendo le proprie emozioni
  • Dominio di sé: la capacità di utilizzare i propri sentimenti per un fine
  • Motivazione: la capacità di scoprire il vero e profondo motivo che spinge all’azione
  • Empatia: la capacità di sentire gli altri entrando in un flusso di contatto.
  • Abilità sociale: la capacità di stare insieme agli altri cercando di capire i movimenti che accadono tra le persone

Sternberg e Salovey estendono queste abilità a 5 ambiti principali:

  • Conoscenza delle proprie emozioni: cioè la capacità di riconoscere un sentimento nel momento in cui si presenta
  • Controllo delle emozioni: la capacità di controllare i sentimenti in modo che siano appropriati si fonda sull’autoconsapevolezza: capacità di calmarsi, di liberarsi dall’ansia, dalla tristezza, dall’irritabilità, ecc. Diversamente ci si trova continuamente a dover combattere contro sentimenti tormentosi (capacità di modulare la sofferenza, piuttosto che evitarla o evacuarla).
  • Motivazione di sé stessi: la capacità di dominare le emozioni per raggiungere un obiettivo permette di: concentrare l’attenzione, trovare motivazione, controllo di sé, essere creativi. La capacità di ritardare la gratificazione e di controllare gli impulsi è alla base di qualunque tipo di realizzazione (concentrazione e controllo non attraverso una scissione, ma una modulazione. Processo primario e secondario).
  • Riconoscimento delle emozioni altrui: empatia “provare dentro”. La mancanza di empatia ha un elevato costo sociale (progetto europeo per lo sviluppo delle emozioni nelle elementari).
  • Gestione delle relazioni: capacità di dominare le emozioni altrui. La capacità di continuare a pensare anche in situazioni di turbolenza prodotta dalle emozioni degli altri. Queste sono le abilità che aumentano la popolarità, la leadership, l’efficacia interpersonale.

Il nostro livello di capacità emotiva ha una base neurale, però il cervello è plastico e impegnato costantemente in processi di apprendimento.
I livelli di QI e QE possono essere molto diversi nei bambini.

Modello dell’ipereccitabilità di Dabrowski

i bambini plusdotati presentano una ipereccitabilità intellettiva, sensoriale ed emozionale, e posseggono una capacità immaginativa molto attiva per una maggiore consapevolezza dei dettagli, dei contrasti e delle differenziazioni dell’esperienza.

(Dabrowski 1977, Jackson 2009)

Nella teoria dell’overexcitability teorizzata da Dabrowski i gifted sono bambini maggiormente predisposti a vivere situazioni in maniera intensa a livello psicomotorio, cognitivo, emotivo, sensoriale e immaginativo e a essere sovrastimolati dall’ambiente esterno.

Le particolari potenzialità in ambito intellettivo possono facilmente creare una disarmonia nello sviluppo globale perché è come se il bambino non riuscisse a stare al passo emotivamente con la sua ideazione e non trovasse un adeguato equilibrio per contenere la propria impulsività.
A causa della loro differente modalità conoscitiva i bambini ad alto potenziale possono essere mal interpretati. Come sottolineato da alcuni autori, il loro eccitamento viene considerato eccessivo e inquadrato come una sindrome iperattiva, l’atteggiamento critico come non accettazione dell’autorità, l’immaginazione come mancanza di attenzione, la forte emozionalità come immaturità e la creatività e l’autocentrismo come disturbo oppositivo. (Gross 1998).
E’ ormai acquisito, dalla comunità scientifica, che i bambini plusdotati presentino, nella maggior parte dei casi, problemi socio-emozionali e\o difficoltà scolastiche, nonostante il ricco potenziale che li caratterizza.
Nell’attuale scenario è frequente, però, che i bambini plusdotati non siano riconosciuti come tali e che arrivino al clinico per le manifestazioni psicopatologiche che vengono a strutturarsi sulla disarmonia esistente, manifestazioni che, se lette solo in senso sintomatico, possono creare maggiori squilibri al bambino.
Dobbiamo quindi sempre ricordare che, per evitare che gli elementi di vulnerabilità dei gifted diventino fattori di disagio o di disturbo più profondo, è fondamentale che vengano riconosciuti e valorizzati il più precocemente possibile.

Asincronia di sviluppo

L’asincronia di sviluppo consiste in una precocità delle competenze cognitive, superiori per l’età, non seguite da una pari maturità emotiva e relazionale di supporto.

Bibliografia

DABROWSKI K., PIECHOWSKI M.M., Theory of levels of emotional development, Oceanside (NY), dabor Science Publications, 1977

GROSS J.J., “The Emerging Field of Emotion Regulation. An Integrative Review, “Review of General Psychology”, 1998

JACKSON P.S., MOYLE V.F., PIECHOWSKI M.M., “Emotional life and psychotherapy of the gifted in light of Dabrowski’s theory”, in L:V: Shavinina (a cura di), International handbook on giftedness, New York, Springer Science, 2009.

SALOVEY P., MAYER J.D., Emotional Intelligence, “Immagination, cognition and personality“, 1990

SARTORI L., CINQUE M. Gifted. Conoscere e valorizzare i giovani plusdotati e di talento dentro e fuori la scuola, Roma, Edizioni Scientifiche Ma.Gi. srl, 2019

SARTORI L., Gifted. Didattica e psicopedagogia per alunni ad alto potenziale cognitivo e plusdotazione, “Intelligenza emotiva” . LUMSA, 2023

dott.ssa Vanessa Nerone

Fondatrice e autrice di Gifted Education.it, laureata in Ingegneria Gestionale presso l’Università di Roma Tor Vergata, laureanda in Psicologia Cognitivo Comportamentale. Nel 2023 ha conseguito la specializzazione in Gifted. Didattica e psicopedagogia per gli alunni con alto potenziale cognitivo e plusdotazione presso l’Università LUMSA di Roma con una tesi sulla genitorialità di bambini e ragazzi plusdotati. Si occupa di didattica per la plusdotazione ed organizza corsi ed eventi formativi ed informativi per docenti e genitori sulla plusdotazione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Press ESC to close