L’intelligenza

Il termine intelligenza deriva dal latino “intelligere” (inter= tra; legere= leggere) e significa “intendere, capire “, scoprire relazioni ed interconnessioni tra i vari aspetti della realtà per giungere ad una comprensione più ampia e completa di essa, ovvero “comprendere la realtà”.

Possiamo definire l’intelligenza come la capacità di produrre un comportamento adattivo e funzionale al raggiungimento di uno scopo, un comportamento che affronti con successo le sfide dell’ambiente e che permetta di realizzare gli scopi prefissati.

L’intelligenza quindi definisce un comportamento, che è la risultante visibile dell’integrazione di un’infinità di variabili, alcune delle quali sono note o definite o definibili, altre ignote.
È l’insieme unico e personale delle possibilità che ognuno possiede dalla nascita e che, può aumentare o perdersi nel corso della vita.
Si possono distinguere tre tipi di comportamento intelligente:

  • innato: serve alla sopravvivenza, ed è composto da movimenti complessi geneticamente determinati, orientati ad uno scopo ben preciso
  • da imprinting: definiti dal codice genetico, si attuano solo in presenza di stimoli adeguati e ad momento giusto. In mancanza dello stimolo, non verrà attivato il comportamento, e quindi non ci saranno le esperienze e l’evoluzione permesse da quel comportamento specifico
  • di apprendimento: è il comportamento legato alla funzione plastica del cervello. A seguito di un’esperienza i neuroni vengono strutturati.

L’intelligenza comprende quindi la capacità di acquisire conoscenze da utilizzare in situazioni nuove, adeguando (o modificando, quando necessario) le strategie individuali alle caratteristiche dei problemi, agli obiettivi perseguiti e ai risultati ottenuti. La capacità di apprendimento e di comprensione, ovvero la capacità di affrontare situazioni concrete in modo efficace e di rielaborare le esperienze e gli stimoli esterni. È la capacità generale dell’individuo di cogliere ed affrontare il mondo e di interagire con esso.

Nel concetto di “intelligenza” è possibile includere tre tipi generali di capacità: la capacità di risolvere problemi , cioè di ragionare logicamente, di intuire collegamenti tra idee diverse, di capire i vari aspetti di un problema e di avere un atteggiamento mentale flessibile; la capacità verbale , che implica abilità come quella di parlare in modo chiaro e ordinato e di possedere un ampio vocabolario; l’intelligenza pratica , che è costituita da abilità come quella di comprendere l’essenziale delle situazioni, sapere come raggiungere degli scopi e come far fronte a compiti nuovi.

Il Quoziente Intellettivo QI e l’Età Mentale

L’Età Mentale è il livello di sviluppo mentale di un individuo rispetto ad altri.

Il Q.I. è una valutazione globale dell’intelligenza, risultante dall’elaborazione di valutazioni parziali (intelligenza logica, matematica, spaziale, linguistica, memoria,…) ed è definito in relazione ad una norma statistica media per il normale sviluppo di una popolazione.
Si riferisce all’età mentale divisa per l’età cronologica moltiplicata per 100 (QI = EM/EC x 100.
I test utilizzati per la misurazione del QI esaminano scarsamente le attitudini sociali (leadership, empatia), quelle artistiche specifiche e quelle creative.

Il Q.I. non misura l’intelligenza globale, ma l’efficienza dell’individuo al momento dei test.

Non pretendiamo che le scale da noi costruite misurino tutto ciò che costituisce l’intelligenza generale, perché non esiste nessun test in grado di farlo. La sola cosa che si possa chiedere ad una scala di intelligenza è che essa misuri campi sufficienti a permettere di utilizzarne i risultati come indicazione approssimativamente fedele della capacità globale dell’individuo

Wechsler, 1939

Intelligenza pratica e finalizzazione

La definizione degli obiettivi dell’individuo incanala l’attenzione e attiva gli stati cerebrali che ci motivano a perseguirli attraverso:

1. la focalizzazione dei sistemi di filtraggio (attenzione selettiva)

2. la motivazione su ricompensa o minaccia (equilibrio neurochimico)

3. lo stato di flusso (attività unica e sincronizzata di onde cerebrali)

4. la sinergia di stato fisico e mentale

5. il sonno, la nutrizione ed esercizio fisico

6. la pratica consapevole, presenza sensoriale sul momento e pieno impegno

Otteniamo maggiore soddisfazione dal riesaminare obiettivi completati, ma siamo più motivati da ciò che dobbiamo ancora fare.

Intelligenza e adattamento

L’intelligenza è l’adattamento finalizzato, la selezione e la modificazione di ambienti del mondo reale rilevanti per la propria vita.

Sternberg, 1988

Le molteplici forme di intelligenza e la loro diversa combinazione producono l’unicità dell’essere umano.
Non ha senso studiare l’intelligenza senza considerare i fattori ambientali, affettivi, culturali, che incidono su un individuo fin dalla nascita, suscitando risposte e delineando caratteristiche e stili di vita unici e personali.
Nel bambino gifted, l’intelligenza che di per sé è un fattore di adattamento, a volte fa emergere il disagio. Quando l’ambiente che lo circonda non riconosce questo aspetto di sé, il bambino lo mette in dubbio. L’intelligenza allora diventa un fattore di disadattamento, esasperato da una sensibilità acuta che lo porta a percepire ciò che gli altri non riescono invece a cogliere.
Soltanto in un contesto motivante ed emotivamente connotato potrà risvegliarsi il desiderio di conoscenza e di apprendimento del bambino, la voglia e il bisogno di fare domande, individuare problemi, formulare ipotesi, discutere, sperimentare, collaborare, senza pervenire a soluzioni chiuse, definitive.
Anche il perfezionismo, tipico dei gifted, può essere incanalato al servizio dell’adattamento.

L’adattamento può essere espresso come l’assimilazione di nuovi dati in schemi “stabili” e l’accomodamento (Incorporazione di dati e modifica degli schemi)

L’intelligenza si caratterizza come il miglior adattamento possibile dell’individuo al suo ambiente.

Binet, 1911

Relativamente alla definizione di intelligenza ci sono diverse posizioni:

  • di tipo unitario (e.g., Spearman, 1927),
  • di tipo multicomponenziale (e.g., Gardner, 1983)
  • di tipo globalistico (Wechsler, 1939)

Intelligenza come entità multisfaccettata

Wechsler concepisce l’intelligenza come entità globale, un’entità multideterminata e multisfaccettata. L’intelligenza viene dedotta dal modo in cui abilità come il ragionamento, la memoria, la fluidità verbale si manifestano nelle diverse condizioni.
Considerando l’intelligenza come entità multisfaccettata, Wechsler ritiene importante esplorarla in molti modi differenti, ovvero presentare il maggior numero di test diversi, in grado di esplorare l’area verbale e quella della performance, da somministrare individualmente al bambino.

L’intelligenza non è una particolare abilità, ma una competenza generale che consente ad un individuo di predisporsi alla comprensione del mondo e di affrontarne le sfide. L’intelligenza è una funzione dell’intera personalità ed è sensibile ad altri fattori oltre a quelli inclusi nel concetto di “abilità cognitive”

Wechsler (1944)

La Teoria Triarchica- Sternberg

Secondo Sternberg il pensiero umano si fonda su 3 tipi di intelligenze fondamentali:

  1. Intelligenza analitica: si distingue per la capacità di scomporre, confrontare, esaminare, scendere nei dettagli, giudicare, valutare, chiedersi e spiegarsi il perché, spiegare le cause.
  2. Intelligenza pratica: si esplicita nell’abilità di usare strumenti, di saper organizzare, attuare progetti concreti, dimostrare come si fa.
  3. Intelligenza creativa: è caratterizzata dall’intuizione, dall’immaginazione, dalla scoperta, dall’abilità a produrre il nuovo, dal saper ipotizzare, immaginare, inventare.

Le differenze individuali sono spiegabili non in termini di varianza della prestazione, ma in termini di stili cognitivi, di pensiero, che non sono abilità, ma modi di usare una o più abilità.

A parità di “quantità” di intelligenza, due soggetti avranno sicuramente due profili di intelligenza differenti.

Sternberg

La Teoria delle Intelligenze multiple

La teoria delle intelligenze multiple è stata proposta dallo psicologo americano Howard Gardner nel 1983. Secondo questa teoria, esistono diverse forme di intelligenza, che vanno oltre l’intelligenza tradizionalmente misurata attraverso test di intelligenza verbale e logico-matematica.

Secondo Howard Gardner le intelligenze riguardano campi particolari di competenze che sono possedute in potenza dal soggetto umano e che possono evolvere e svilupparsi nella misura in cui vengano favorite da fattori di stimolo adeguati. I fattori capaci di promuovere lo sviluppo delle abilità cognitive sono la motivazione a perseguire una comprensione del mondo, gli oggetti e i materiali presenti nell’ambiente in cui si agisce, le esperienze significative ma anche l’assenza di circostanze favorevoli al loro emergere.
Quindi non solo la dimensione ontogenetica ma anche la cultura diventa cruciale per le intelligenze multiple.

L’intelligenza si manifesta in un ambiente favorevole, nel quale le espressioni propriamente biologiche possono materializzarsi. Quindi tutti possiedono e possono sviluppare o ampliare la capacità di utilizzare diverse intelligenze se le condizioni favoriscono l’apprendimento.

Gardner identifica nove diverse intelligenze multiple, tra cui l’intelligenza musicale, ma anche l’intelligenza verbale-linguistica, l’intelligenza logico-matematica, l’intelligenza spaziale, l’intelligenza corporeo-cinestetica, l’intelligenza naturalistica, l’intelligenza interpersonale, l’intelligenza intrapersonale e l’intelligenza esistenziale.

Secondo Gardner, tutte le persone possiedono ciascuna di queste nove forme di intelligenza, ma in quantità e combinazioni diverse. Inoltre, ogni persona può sviluppare e migliorare le sue intelligenze multiple attraverso la pratica e l’esperienza. La teoria di Gardner ha avuto un forte impatto sull’educazione, in quanto ha evidenziato l’importanza di considerare la diversità degli stili di apprendimento degli studenti, e di fornire un’istruzione più personalizzata e adattata alle diverse intelligenze di ciascuno.

È fondamentale valorizzare le proprie intelligenze che rappresentano i punti di forza di ognuno per arrivare ad un’adeguata affermazione di sé.

Bibliografia

BINET A., (1911) , Les idèes modernes sur les enfants, prefazione di Jean Piaget, Toulouse, Privat, 1973.

GARDNER H., Frames of mind: The theory of multiple intelligences, New York, Basic Books, 1983.

SARTORI L., CINQUE M. Gifted. Conoscere e valorizzare i giovani plusdotati e di talento dentro e fuori la scuola, Roma, Edizioni Scientifiche Ma.Gi. srl, 2019.

STERNBERG R.J., Beyond IQ. A Triarchic Theory of Human Intelligence, Cambridge- New York,                                                     Cambridge UNiversity Press, 1985;

                                 The triarchic mind: A new theory of human intelligence, New York, Viking, 1988.

WECHSLER D., The measurement of adult intelligence, Baltimore, Williams & Wilkins, 1939.

dott.ssa Vanessa Nerone

Fondatrice e autrice di Gifted Education.it, laureata in Ingegneria Gestionale presso l’Università di Roma Tor Vergata, laureanda in Psicologia Cognitivo Comportamentale. Nel 2023 ha conseguito la specializzazione in Gifted. Didattica e psicopedagogia per gli alunni con alto potenziale cognitivo e plusdotazione presso l’Università LUMSA di Roma con una tesi sulla genitorialità di bambini e ragazzi plusdotati. Si occupa di didattica per la plusdotazione ed organizza corsi ed eventi formativi ed informativi per docenti e genitori sulla plusdotazione.

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