Alto potenziale cognitivo e società

Il bambino plusdotato è visto dalla società come un individuo capace di prevaricare e di annientare, le cui abilità sviluppate possono diventare difficili da tenere sotto controllo. La maggior parte degli adulti prova soggezione e disagio a relazionarsi con lui.
Da questi timori deriva la tendenza di negare e dequalificare il bambino ad alto potenziale, oppure a strumentalizzarlo, senza considerare che aiutarlo a sviluppare le proprie capacità potrebbe essere invece un bene per la società.
Il bambino plusdotato è un bambino come tutti, con lo stesso bisogno di aiuto e comprensione di qualunque altro bambino.

La negazione

La negazione dell’esistenza dei bambino plusdotati è confermata dalla mancanza di menzione nei programmi ministeriali. In Italia non esistono progetti didattici riconosciuti ufficialmente ideati per formare questi bambini. Non esiste obbligo di formazione per gli insegnanti, che ancora oggi sono dunque incapaci di riconoscere i bambini plusdotati e non hanno strumenti per adottare sistemi didattici mirati alle loro necessità di apprendimento.
Un’altra forma di negazione è confermata dall’idea che i tempi della scuola siano considerati “giusti”, mostrando supporto e sostegno solo a quei bambini che vanno più lentamente, mentre si considera normale che un bambino con una modalità di apprendimento più veloce possa rallentare per adeguarsi al tempo “corretto” senza problemi.

La dequalifica

La dequalifica appare con gli atteggiamenti e luoghi comuni che circondano i bambini plusdotati. Una serie infinita di pregiudizi e falsi miti che sminuiscono e continuano ad alimentare idee completamente errate.
Eccone alcuni:

  • Se ha un talento, verrà fuori anche senza aiuto
  • Non ditegli che è intelligente, altrimenti si monterà la testa
  • I bambini piccoli devono giocare e divertirsi, non studiare
  • Voi genitori non dovreste rispondere a tutte le sue domande, altrimenti a scuola si annoierà
  • Considerare la difficoltà di sintonizzazione con i coetanei per mancanza di interessi da condividere come una manifestazione patologica
  • L’alto potenziale è garanzia di successo
  • La plusdotazione coincide con il rendimento scolastico
  • Risultati eccellenti in ogni ambito
  • Il bambino plusdotato è un piccolo adulto
  • Piccolo genio

La strumentalizzazione

La strumentalizzazione si esprime nella selezione di bambini con specifiche ablità con lo scopo di avvicinarli in ambiti utili ad un successo precoce, per il solo orgoglio dei genitori.

Comprendere i bambini ad alto potenziale

L’adulto dovrebbe riflettere sulle difficoltà che il bambino plusdotato deve affrontare.
Ogni giorno il bambino plusdotato è costretto per la maggior parte del tempo a seguire lezioni insieme ad un gruppo di bambini che pensa e funziona in modo completamente diverso dal suo.
Non ha possibilità di porre le domande che vorrebbe, di ricevere le risposte con cui saziare la propria curiosità. E’ costretto ad ascoltare e ripetere cose già capite, ad eseguire compiti troppo facili per lui.
Ad aspettare che i compagni completino i propri compiti restando in silenzio, fermo con pazienza, avvolto dalla noia e dall’insoddisfazione, e con la sensazione di essere bloccato e limitato.
A volte il tempo del bambino plusdotato viene impiegato per aiutare i compagni in difficoltà su un determinato argomento: bisogna tenere presente però che lui spesso preferirebbe impiegare il proprio tempo per ampliare le proprie conoscenze.
Gli insegnanti non dovrebbero vedere questo desiderio come mancanza di altruismo o di carenza nell’ambito della socialità, e rispettare la sua volontà e le sue ragioni.
Per una vera attuazione di equità inoltre, il Peer Tutoring non dovrebbe essere a senzo unico: il principio fondamentale su cui è basato è l’utilità reciproca. E’ un metodo di approccio cooperativo di apprendimento, per cui uno studente più esperto di un argomento istruisce uno o più studenti meno esperti, ma a sua volta anche lui dovrà beneficiare di un tutor (anche di classi più avanzate se necessario) su altri argomenti.


Se l’uguaglianza significa avere gli stessi diritti (di vivere, di essere rispettati, di sentirsi liberi, di esprimere il proprio pensiero, di cercare il proprio modo di sentirsi realizzato), l’equità mira a garantire a tutti le stesse opportunità tenendo conto delle particolarità e delle differenze.
Ed è questo innanzitutto che la scuola deve poter garantire. A tutti, indistintamente.

Bibliografia

MORMANDO F., Altissimo potenziale intellettivo. Strategie didattico-educative e percorsi di sviluppo dall’infanzia all’età adulta. Erikson, 2022

dott.ssa Vanessa Nerone

Fondatrice e autrice di Gifted Education.it, laureata in Ingegneria Gestionale presso l’Università di Roma Tor Vergata, laureanda in Psicologia Cognitivo Comportamentale. Nel 2023 ha conseguito la specializzazione in Gifted. Didattica e psicopedagogia per gli alunni con alto potenziale cognitivo e plusdotazione presso l’Università LUMSA di Roma con una tesi sulla genitorialità di bambini e ragazzi plusdotati. Si occupa di didattica per la plusdotazione ed organizza corsi ed eventi formativi ed informativi per docenti e genitori sulla plusdotazione.

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